Nato nel 1079, Gampopa fu il discepolo prediletto di Milarepa. Fondò l’ordine Kargyupta (dei ‘Cappelli Rossi’), i cui lama tuttora serbano questo libro come manuale d’istruzione. Il testo, che è una magistrale rassegna del Buddhismo tibetano e che descrive lo speciale addestramento necessario per conseguire l’illuminazione, non trova paragone in tutta la letteratura buddhista per la forma semplice e concisa in cui tratta del Buddhismo come esperienza viva.
La vivezza del libro è dovuta non solo agli studi filosofici di Gampopa, ma anche ai suoi anni di esperienze meditative sotto Milarepa, nel corso dei quali riusci a raggiungere il punto d’incontro della meditazione con l’attività intellettuale. Fu molto abile nel far incontrare lo Yoga Tantrico Buddhista di Naropa e a disciplina monastica Hinayana dei Sarvastivadin.
Il libro è particolarmente utile agli studiosi del Buddhismo, poiché non presenta complesse pratiche della visualizzazione o altre pratiche simboliche profondamente complicate, ma, saggiamente, nell’ambito della tradizione, si occupa per prima cosa dell’aspetto nevrotico della mente samsarica. Con la consapevolezza delle idee positive del tathagatagarbha e dell’utile base oeprane del corpo umano, l’itinerario diventa di totale creatività.