Per la prima volta una troupe cinematografica ha avuto accesso ad una remota regione del Tibet dove sorge il Monastero di Kala Rongo, un luogo unico nel suo genere, perchè ospita 300 monache cui è stata offerta l’opportunità di ricevere un’istruzione e un’educazione religiosa. Un tempo, infatti, la vita monastica era accessibile solo agli uomini. Secondo la tradizione un figlio che diveniva monaco rappresentava per una famiglia un grandissimo onore, ma una figlia monaca costituiva un peso per la famiglia ed era considerato un inutile dispendio di risorse. Ma a Nangchen, tutto questo sta lentamente cambiando. Fondato nel 1990, il Monastero Kala Rongo sta offrendo alle donne, grazie alla visione pragmatica del "benefattore" e abate, il Lama Norlha Rinpoche, una possibilità di scelta mai concessa prima e sta cambiando atteggiamenti e giudizi ormai antiquati per il bene della comunità. Il film è un ritratto intimo di queste monache: alcune timide, altre estroverse, tutte dedicate alla vita, spesso difficile, che hanno scelto. Le monache hanno gentilmente permesso alla macchina da presa di entrare per la prima volta all'interno della loro comunità spirituale e della loro straordinaria vita. Nel contesto attuale della violenta repressione dalla Cina nei confronti del Tibet, il monastero di Kala Rongo assume un ruolo sempre più importante ed esemplare nella conservazione della cultura e delle tradizioni del Buddismo Tibetano, così come nello sviluppo sociale delle donne.