Nel buddhismo tibetano il guru è il soggetto principale delle pratiche che conducono all'illuminazione, e quanto maggiore è il rispetto per tale stato di perfezione che egli rappresenta, che va ben al di là della sua persona, tanto più sarà vicino quell'obiettivo per il discepolo; viceversa, biasimare il proprio maestro porterà ad acutizzare ancora più l'attuale limitante condizione di buio ed ignoranza.
La semplice devozione per il guru, comunque, non è in sé sufficiente per giungere alle sue stesse realizzazioni - essendo la fede sempre subordinata alla conoscenza - e ciò che essa sollecita è proprio l'incremento della saggezza già presente in ciascuno di noi, con la quale si cerca di comprendere gli scopi del maestro, fiduciosi che siamo volti al nostro esclusivo beneficio. Il guru esterno è infatti la manifestazione della grande compassione dei buddha, che assumendo tale forma ordinaria ci mostrano il sentiero per riuscire ad emergere definitivamente dagli stadi di sofferenza e raggiungere la felicità: con il proprio esempio, il perfetto maestro fa da specchio alla mente del discepolo e lo ispira; e questi, seguendo le sue indicazioni, affidandosi a lui, e rinunciando al proprio ego, potrà a sua volta portare a completa maturazione quella speciale compassione sostenuta dalla saggezza che viene definita come il guru interiore.
Così, anche i vari enunciati sui comportamenti da evitare nella corretta relazione con il guru non vanno intesi come restrizioni innaturali, ma come preziose opportunità di addestramento mentale, tese in particolare allo sviluppo di una costante consapevolezza e al soggiogamento dell'insano orgoglio.
Il breve componimento in cinquanta stanze di Ashvagosha ha il merito di raccogliere, condensare ed ordinare le spiegazioni sull'argomento della devozione al guru sparse in molteplici testi di tantra. E il particolare pregio di questo commentario ad opera di Lama Tzong Khapa sta nella sua duplice caratteristica di fornire di volta in volta i riferimenti degli specifici Tantra da cui i versi derivano, e di esplicarne poi a fondo il significato in modo estremamente chiaro e puntuale.