La legge di causa ed effetto
28 e 29 novembre 1998 Thamthog Rimpoce La legge di causa ed effetto traduzione dall'inglese di Gemma Randelli Tutti gli esseri senzienti, noi stessi compresi, dal profondo del cuore desideriamo la felicità e non vogliamo la sofferenza. Per questa ragione, cosa possiamo fare per raggiungere la felicità e sradicare la sofferenza? |
Tutti gli esseri senzienti vogliono raggiungere la felicità; vi sono tanti tipi di esseri senzienti e gli esseri umani sono quelli che hanno maggiore possibilità di raggiungerla perché gli altri, come per esempio gli animali, hanno pochissime opportunità. Per questa ragione, noi esseri umani dotati dell'intelligenza, abbiamo la possibilità, studiando e cercando di praticare e seguire la via spirituale, di trovare la felicità. Se realmente pratichiamo avremo come risultato la felicità. Buddha spiegò che la natura della mente di tutti gli esseri è chiara e pura e non è dunque mischiata con le afflizioni negative. Possiamo paragonare questi due fattori (la mente chiara e le illusioni)) al cielo e alle nubi. Il cielo e le nuvole non sono mischiate fra loro. Se così non fosse non potremmo avere delle giornate di sole, il sole non si vedrebbe mai. Pertanto la nostra mente chiara, pura, non è mischiata con le illusioni negative. Se pratichiamo il Dharma, la via spirituale, saremo in grado di eliminare tutte le illusioni negative dalla nostra mente e quindi rimarrà solo la natura della mente, chiara e pura. Così facendo, elimineremo ovviamente anche le sofferenze e quindi sperimenteremo solo la felicità; è per questo che ci troviamo qui a studiare il Dharma. Il Dharma è l'insegnamento del Buddha, inteso come la strada che ci permette di eliminare tutte le negatività. Quando saremo riusciti a sradicare tutte le negatività, saremo fuori dalla sofferenza e sperimenteremo solo felicità. Questo è l'unico motivo per cui si segue il Dharma. E' molto importante trovare un maestro qualificato, che ci trasmetta degli insegnamenti puri. Buddha è stato molto aperto, nel senso che quando era ancora nel samsara aveva molti problemi e sofferenze; quando giunse a sradicare tutte le sofferenze raggiunse l'Illuminazione. Egli disse che nella sua vita aveva fatto molte esperienze e quello che cercò di spiegare furono appunto le sue esperienze. Disse anche che nessuno era obbligato a seguire il suo sentiero, quindi chi è interessato perché trova i suoi insegnamenti validi, allora li può seguire, ma che invece trova questi insegnamenti non di beneficio, allora, con molta libertà, può abbandonarli. Dobbiamo sapere come eliminare i problemi, come raggiungere la felicità e come liberarci dalla sofferenza. Dobbiamo ascoltare, riflettere e meditare questi insegnamenti. Poi, gradualmente, li possiamo mettere in pratica. Io a Milano insegno a molte persone e dico spesso che non è necessario diventare buddhisti. E' importante seguire gli insegnamenti e capirli. Nel buddhismo ci sono tanti argomenti, tanti metodi, tante idee e tecniche mentali; tutti gli insegnamenti sono importanti, ma quello più importante è il karma. La parola karma significa "azione", e non è molto difficile capire il significato di questa parola, poiché tutti noi compiamo diverse, tantissime azioni. Tutti gli esseri senzienti, tutti gli esseri umani hanno accumulato innumerevoli azioni fino ad oggi. Nel buddhismo non crediamo che la mente sia senza inizio; questo perché la nostra mente dipende da una causa che l'ha generata. La mente dipende dalla mente dell'istante precedente e così andando a ritroso, non riusciamo ad identificare un inizio. Per questa ragione anche le nostre rinascite sono senza inizio. Abbiamo avuto innumerevoli rinascite e ogni volta che rinasciamo accumuliamo innumerevoli azioni. Poiché le nostre rinascite sono senza inizio, le azioni che abbiamo compiute sono veramente incalcolabili. Ogni azione ha una potenzialità ed un'energia che rimane impressa nel nostro continuum mentale. Le azioni possono essere di tre tipi: positive, negative o neutre. A volte sperimentiamo dei momenti di felicità, mentre nei momenti difficili siamo tristi, nervosi e sofferenti. Possiamo dire che i momenti di felicità dipendono dalle azioni positive che abbiamo compiuto, mentre le sofferenze derivano dalle azioni negative. Noi, in genere, quando soffriamo o abbiamo dei problemi, incolpiamo qualcun altro. Non è così, tutto dipende da noi stessi, poiché nel nostro continuum mentale ci sono dei "semi": sono le potenzialità, le energie delle azioni che abbiamo compiuto, che provocano in noi gli stati di felicità o di sofferenza. E' importante verificare la validità di queste affermazioni. In questo momento, per esempio, noi qui presenti non abbiamo lo stesso stato d'animo, non siamo tutti felici allo stesso modo o tutti tristi alla stessa maniera, ma abbiamo invece stati d'animo molto diversi. Tutto ciò dipende dalla qualità delle azioni che abbiamo accumulato. Se abbiamo accumulato più azioni positive saremo più felici mentre, viceversa, saremo più tristi e infelici. Dobbiamo quindi studiare la legge del karma. Questa legge ha quattro caratteristiche generali: - il risultato è definito - la caratteristica dell'incremento - se non commettiamo azioni non sperimenteremo il risultato - la potenzialità di ogni azione non viene mai persa. Se veramente volete la felicità assoluta, dovete compiere solo azioni positive, ma farle in modo continuativo, per sempre. Se invece volete la sofferenza dovrete fare solo azioni negative. Se voi pensate: "voglio vivere una vita tranquilla e pacifica" allora dovrete compiere delle azioni positive. La prima caratteristica è che per ogni azione dovremo sperimentare un determinato effetto. Se un contadino pianta un seme di pisello, non crescerà una pianta d'orzo. Se non piantiamo niente non crescerà niente. Quando noi compiamo un'azione positiva, necessariamente sperimenteremo dei risultati positivi; se compiamo delle azioni negative sperimenteremo senz'altro dei risultati negativi. Quindi tutto dipende da noi. Anche se nelle vite precedenti abbiamo accumulato tante azioni negative e adesso però proviamo a fare delle pratiche di purificazione e continuiamo ad accumulare invece azioni positive, alla fine, inevitabilmente, sperimenteremo la felicità. Il pensare "voglio la felicità" senza fare niente, allora sperimenteremo solo sofferenza. Quindi, per queste ragioni, tutto ciò che sperimentiamo è ben definito e determinato dalle azioni che abbiamo compiuto e che compiamo, con il corpo, la parola e la mente. Se, per esempio, una persona ci è nemica, ci parla in maniera dura, ci tratta male o ci picchia, tutto ciò non dipende da quella persona o da qualcun altro, ma dipende dal fatto che anche noi, in passato, abbiamo avuto lo stesso comportamento con un'altra persona. Se noi studiamo il karma e lo pratichiamo, la nostra mente diventerà sempre più aperta. Se invece, senza conoscere il karma, ogni volta che ci capita qualche problema, ci chiediamo "perché proprio a me?", anche una piccola sofferenza diventerà una cosa enorme. Meditando su questo soggetto riusciremo a sviluppare la determinazione di abbandonare tutte le azioni negative. La seconda caratteristica è che il risultato delle nostre azioni aumenta. Se accumuliamo una piccolissima azione negativa, i frutti che raccoglieremo saranno enormi e avremo una grande sofferenza. Allo stesso modo, se compiamo anche solo una piccola azione positiva, quella che sperimenteremo sarà una grande felicità. Se, per esempio, piantiamo un piccolo seme d'albero da frutto, lo innaffiamo e lo curiamo, esso diventerà un germoglio e, in seguito, crescerà un grande albero che darà molti frutti. Se deciderete di compiere solo azioni positive, diventerete delle brave persone, oneste e felici. La terza caratteristica è che se un'azione non viene compiuta, non sarà possibile sperimentarne le conseguenze. Per esempio, durante una guerra, tanti soldati muoiono e tanti altri rimangono in vita. Questo non perché quelli che rimangono in vita siano i più bravi, ma solo per il fatto che essi non hanno accumulato le cause per sperimentare la morte in quel momento. Quando è successo l'alluvione di Salerno sono morte molte persone. Si è salvato un giovane che è rimasto sepolto nel fango per tre giorni; egli è stato salvato e ora gode di ottima salute. Tutto ciò può sembrare un miracolo, ma non è così; se voi analizzate bene quello che accade, troverete la validità della legge del karma. Quelle che racconto non sono storielle; questo è un argomento molto importante ed è la radice della felicità. E' molto importante che voi controllate, valutate le ragioni che sostengono il karma: saranno quelle che vi porteranno alla liberazione dalla sofferenza ed al raggiungimento della felicità. Meditando su questi punti si svilupperà la determinazione nel praticare la purificazione e nell'impegnarsi a compiere solo azioni positive. Ma quarta caratteristica è che nessuna azione viene persa, anche se passano eoni. Quindi i risultati di tutti le azioni saranno sperimentati. Poiché la nostra mente è senza inizio finora abbiamo accumulato un'infinità di azioni sia positive che negative. Queste azioni possono essere paragonate a dei semi. Essi, grazie alle condizioni, che in questo esempio, possono essere l'acqua, il sole, il concime, ecc., maturano e danno dei frutti. Quando le cause maturano e grazie alle condizioni esterne si trasformano in frutto, noi dovremo sperimentarle, senza poterci opporre. I semi, invece, le cause, possono essere purificate. Questo dipende dalla nostra pratica della purificazione. Nel buddhismo le pratiche di purificazione sono molto importanti e tutti gli insegnamenti di Buddha includono queste pratiche. Avete delle domande? D. Si parlava di azioni; io mi chiedo se per azioni si intende anche il pensiero, perché, per esempio, quando ci si arrabbia, si pensano a volte cose molto gravi, che però poi non si fanno. R. Ci sono tre tipi di azioni: di corpo, parola e mente. Tre sono riferite al corpo, quattro alla parola e tre alla mente. Di queste ne parlerò domani. D. Quando si parlava di quel ragazzo che non è morto durante l'alluvione, si diceva che non era il suo momento, non avendo accumulato azioni negative. Ma si tratta di azioni compiute in questa vita o anche in vite precedenti? R. Noi non possiamo sapere quando questa persona ha accumulato queste azioni, quali, e in che momento. L'unica cosa che possiamo dire è questa persona non aveva accumulato le cause per morire proprio in quel momento. D. Io avevo una cuginetta che è morta di tumore al cervello all'età di cinque anni. Che azioni può avere accumulato una bambina di cinque anni? D'altra parte, ho quotidianamente a che fare con una persona di quasi novant'anni che ne ha combinate di tutti i colori. Non riesco a spiegarmi queste differenze.... R. Noi accumuliamo da un tempo senza inizio delle azioni che rimangono come energia nel nostro continuum mentale. Se accumuliamo azioni che ci porteranno lunga vita, allora avremo una vita lunga. Se però in questa vita accumuliamo molte azioni negative, il nostro passato rimarrà come tale, mentre quello che potrà essere difficoltoso potrà essere difficoltoso, dipendendo dalle azioni negative di questa vita presente. Per fare un esempio, ci sono delle persone che sono potenti e che commettono tante azioni negative. Sono potenti perché avevano accumulato delle azioni positive e le sta sfruttando ora, ma nel futuro esse avranno senz'altro dei problemi, visto che stanno compiendo azioni negative. E' difficile capire il meccanismo della reincarnazione. Comunque, tutti noi, quando eravamo bambini, abbiamo compiuto delle azioni negative; per esempio, abbiamo picchiato il nostro amico e quindi questa azione ci porta ad accumulare energie negative. Per questo, una volta che diventiamo adulti, magari troviamo qualcuno che ci picchia. Se non poniamo le cause, cioè non accumuliamo azioni negative, non sperimenteremo nessun tipo di risultato negativo. Se analizziamo la nostra vita, vedremo che abbiamo accumulato un numero infinito di azioni, sia positive che negative. D. Lo scopo dell'esaurimento del karma è quello di vivere meglio nel corpo e più a lungo o di liberarci dal corpo? R. Questa è una domanda molto interessante. Liberarsi dal samsara non significa più avere un corpo o la mente. Il samsara è costituito dall'ignoranza, dalle azioni negative e dalle illusione, quindi liberarsi dal samsara significa sradicare completamente le illusioni, l'ignoranza e le negatività. Questo lo si ottiene praticando continuamente. Ci si libererà dalla sofferenza continuando a mantenere il proprio corpo. Anche guardando alla storia di Buddha, egli si liberò dal samsara, raggiunse l'onniscienza, ma non perse o cambiò il suo corpo. Dobbiamo sviluppare la rinuncia verso il samsara. Questo non significa sviluppare la rinuncia verso la casa, la macchina o qualsiasi altra cosa, ma sviluppare la rinuncia verso l'ignoranza, verso le illusioni. D. Il ciclo delle reincarnazioni non finisce mai? R. Noi siamo motivati e comandati dall'ignoranza, che ci fa commettere delle azioni negative. Queste azioni negative si depositano come energia nel nostro continuum mentale. Come fattore condizionante, nelle rinascite, abbiamo l'attaccamento. Quindi l'ignoranza e le azioni negative ci provocano il ciclo delle rinascite nel samsara. Quando ci libereremo dal samsara potremo ritornare in questo mondo, reincarnarci, essendo però di fuori dal ciclo samsarico e senza i problemi ad esso legati. D. A proposito delle azioni negative che ci portano alla morte, a volte anche precoce: che ruolo hanno l'inquinamento e l'alimentazione? R. L'inquinamento, i cibi inquinati o dannosi sono dei fattori condizionanti. La cosa fondamentale è che noi però abbiamo già accumulato le cause della nostra morte. Facciamo l'esempio di due persone che sono praticamente uguali e vivono nella stessa condizione ambientale, una vive una situazione felice mentre l'altra è molto stressata, nervosa, sofferente. Quest'ultima persona andrà più facilmente incontro alla malattia, mentre la prima avrà più facilmente una vita più lunga. Un altro esempio. Se affianchiamo due città, una posta in un luogo pulito di montagna, l'altra in una zona inquinata e molto popolosa, vedremo che in entrambe queste situazioni gli ospedali sono pieni di ammalati. Quindi non dobbiamo rapportare i nostri problemi a qualcosa di esterno; tutto dipende da noi, tutto è dentro di noi. Un po' dipenderà da questi fattori condizionanti, ma soprattutto dal Karma. 29 novembre Ieri pomeriggio abbiamo spiegato il karma e le sue quattro caratteristiche principali, con le differenze che esistono fra di loro. Nel buddhismo non diciamo: "tu devi fare così, devi accettare questo". Il maestro dice invece: "Io ho avuto alcune esperienze; analizzatele e se trovate che esse siano sostenute da ragioni conclusive allora potete seguirle, diversamente lasciatele. In generale, esistono delle ragioni valide e delle ragioni non valide. Abbiamo anche innumerevoli tipi di mente, la mente che percepisce, la mente principale, i fattori mentali secondari e così via. Ciascuna di queste menti ha determinate caratteristiche. Ci sono delle menti valide e delle menti non valide. Se utilizziamo quelle valide, le azioni del nostro corpo, parola e mente saranno delle azioni corrette. Possiamo dire che le azioni compiute dal corpo e dalla parola dipendono dalla mente che noi utilizziamo. Se usiamo una mente collerica, dominata dall'ira, le azioni del corpo e dalla parola che ne deriveranno saranno comunque aggressive; anche il nostro viso cambierà espressione e sarà evidente il nostro stato mentale. Dobbiamo sempre verificare dentro di noi. Se usiamo una mente pacifica e tranquilla, ciò produrrà delle azioni della parola e del corpo pacifiche, tranquille, rilassate. Questo accade proprio perché viene usato questo tipo di mente. Se in questa situazione improvvisamente ci arrabbiamo e in noi sale la collera ed essa diventa più forte della mente pacifica che avevamo prima, allora le azioni del corpo e della mente cambieranno: avremo un'espressione irata e le nostre parole saranno violente. Analizzate quello che vi ho appena detto. Se ritenete che ciò sia giusto, dovete mettere in pratica questo insegnamento in modo continuativo. Se lo mantenete solo a livello intellettuale e non lo mettete in pratica, non avrete nessun risultato. Praticare significa analizzare, fare una meditazione di tipo analitico, che significa controllare le azioni che abbiamo compiuto durante la giornata, dalla mattina al momento del risveglio, fino a quando si va a dormire. Dobbiamo vedere che tipo di azioni abbiamo compiuto, quante negative e quante positive, sviluppando la determinazione di abbandonare le prime e di incrementare le seconde. Di solito non siamo portati ad analizzare le azioni che compiamo, non ci pensiamo proprio, le facciamo senza consapevolezza. Analizzandole, invece, giorno dopo giorno, potremo eliminare tutte le azioni negative e questo è importante, poiché noi ricerchiamo la felicità, ed essa deriva dalle azioni positive. Se abbiamo accumulato azioni negative siamo sicuri che sperimenteremo sofferenza, se invece ne abbiamo compiute di positive, allora, al 100%, sperimenteremo felicità. Gli esseri senzienti hanno diverse forme, diversi corpi. La forma umana è una rinascita molto preziosa, anche se è comunque una rinascita impermanente. L'essere rinati come uomini dipende dal fatto di avere rispettato in vite precedenti le dieci azioni virtuose; è appunto grazie all'osservanza di queste che ci siamo reincarnati come esseri umani. Come dicevamo ieri, noi compiamo le nostre azioni tramite il corpo, la parola e la mente. Tre sono le azioni negative che commettiamo tramite il corpo: uccidere, rubare ed avere una condotta sessuale scorretta. Quattro sono le azioni negative della parola: mentire, calunniare, offendere e parlare a vanvera. Le ultime tre sono quelle della mente: bramosia, malevolenza e visioni errate. L'oggetto dell'uccidere, per esempio, è qualsiasi essere senziente, dal più piccolo essere fino ad un Buddha. L'azione deve essere sostenuta da tre fattori che sono: la corretta discriminazione, la determinazione e le afflizioni che sorreggono l'azione. La corretta discriminazione è, in questo esempio, la corretta identificazione della persona che vogliamo uccidere. Per esempio, se voglio uccidere Alberto, ma mi sbaglio e, al posto suo, uccido un'altra persona, questa è ovviamente un'azione negativa ma non è completa, perché l'oggetto è sbagliato. La determinazione è l'intenzione di uccidere, mentre le afflizioni che sostengono questa azione sono la rabbia e l'attaccamento. Per l'afflizione possiamo fare l'esempio, di una persona che, essendo attaccata alle pellicce, uccide un animale per avere la sua pelle e farne una giacca. Per rimanere a questo esempio, quando noi identifichiamo correttamente l'animale, quando abbiamo la motivazione - il desiderio di uccidere - e quando l'oggetto muore, la nostra azione negativa sarà completa. Non è necessario che siamo noi stessi a compiere l'azione, possiamo anche essere i mandanti di quella uccisione. In questo caso l'azione è ancora più grave, in quanto abbiamo anche la responsabilità di aver indotto un'altra persona a fare un'azione negativa. Se, per fare un altro esempio, un generale ordina ai suoi soldati di uccidere mille nemici, i suoi soldati accumuleranno l'azione di avere ucciso uno, due dieci o più persone, mentre egli accumulerà l'azione di avere ucciso mille persone. La seconda azione negativa del corpo è rubare. L'oggetto del rubare sono tutte quelle cose o esseri che appartengono a qualcun altro e che noi prendiamo. L'azione del rubare non è completa se noi, per fare un esempio, prendiamo qualcosa dalla pattumiera. Anche qui bisogna che ci sia la corretta identificazione dell'oggetto. Se vogliamo rubare qualcosa ad un nostro amico, ma rubiamo ad un altro, l'azione non è completa. L'afflizione che sorregge il rubare è l'attaccamento, quindi si ruba perché si prova attaccamento. Se vediamo un oggetto che appartiene chiaramente ad un altro, motivati dall'attaccamento, saremo spinti ad impossessarci di quell'oggetto. Quando lo abbiamo preso e diciamo soddisfatti "ora è mio!", in quel momento completiamo l'azione del rubare. Un'altra afflizione può essere l'ignoranza, quando col rubare vogliamo danneggiare qualcun altro. Qualche volta pensiamo che l'azione del rubare non sia sbagliata, come qualcuno che pensa che non sia giusto pagare i debiti o come quella persona che non vuole pagare le tasse, perché, secondo quest'ultima, il governo sbaglia a chiedere troppe tasse. La terza azione negativa del corpo è la condotta sessuale scorretta, cioè l'adulterio. La prima azione negativa della parola è il mentire. Questa azione riguarda, per esempio, ciò che si è visto o ciò che non si è visto, ciò che si sentito o ciò che non si è sentito, ciò che si è sperimentato o ciò che non si è sperimentato, e così via. L'azione del mentire si può compiere sia con la parola che con il corpo, quando, per esempio, se una persona ci chiede "Hai visto Tizio?" e noi facciamo un gesto di diniego con la testa, pur avendola vista; questa è una menzogna. Possiamo mentire anche scrivendo oppure stando in silenzio. La seconda azione negativa della parola è il calunniare, l'usare parole che dividono. Se ci sono due persone che sono amici e una terza persona dice delle parole per cui i due amici non vadano più d'accordo o, addirittura, rompono la loro amicizia, questo è un tipo di calunnia. La terza azione negativa della parola è l'offendere, l'usare parole che feriscono. L'oggetto di quest'azione sono tutte quelle persone che vengono ferite dalle nostre parole. Nel momento in cui usiamo parole dure o cattive verso qualcuno, portiamo a compimento l'azione. La quarta è il chiacchierare, il parlare a vanvera. Questa non è un'azione così negativa come le precedenti, ma senz'altro essa ci disturba molto, poiché quando passiamo troppo tempo a parlare inutilmente non riusciamo a usare il tempo per qualcosa di importante, come praticare il Dharma. La prima azione negativa della mente è la bramosia. L'oggetto di questa azione è qualsiasi cosa che appartenga ad un'altra persona. Possono essere cose materiali, il lavoro, il compagno o la compagna. Noi identifichiamo correttamente l'oggetto, sviluppiamo la determinazione di volerlo possedere e la nostra mente sarà influenzata dalle illusioni. Quando proviamo bramosia la mente è disturbata dall'attaccamento. Dobbiamo cercare di contenere, limitare questo tipo di mente, perché se non proviamo a fare qualcosa, essa diventerà senza limiti, irrefrenabile e ciò ci procurerà molta sofferenza. La malevolenza è la seconda azione negativa della mente. L'oggetto è qualsiasi altra persona verso la quale abbiamo la determinazione di essere malvolenti. Abbiamo tre oggetti: amici, nemici e le persone che ci sono indifferenti. In genere, desideriamo sempre che i nostri amici siano felici mentre siamo contenti quando i nostri nemici provano infelicità; delle persone indifferenti, invece, non ci curiamo. E' tramite la mente della malevolenza che cerchiamo sempre di nuocere in qualche modo ai nostri nemici. La terza azione negativa della mente sono le visioni errate, cioè il sostenere qualcosa che in effetti non esiste, oppure, al contrario, negare una cosa che invece esiste. Ora vi ho spiegato brevemente il karma; vostro compito è quello di verificare e poi di mettere in pratica. Così ci saranno i risultati. Grazie. |
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