“Che cosa pensate di me, o monaci?». È la domanda che, secondo un antico sutta, il Buddha avrebbe rivolto alla schiera dei suoi monaci. L'autore di questo libro attinge la risposta a tale domanda alla tradizione dei sutta, di cui seleziona e cita i brani che gli sono sembrati più biograficamente attendibili, accompagnandoli con un commento criticamente attento, discreto e privo di forzature apologetiche, per far emergere la verità storica ma soprattutto quella inferiore di questo uomo misterioso del VI secolo avanti Cristo» (R. Guardini). Ne risulta «una biografia kerigmatica» che introduce «il lettore europeo nel nobile spirito buddhista orientandolo nel contempo alla ricca e profonda tradizione cristiana, creando così una base comune di esperienze spirituali in cui situare il kerigma buddhista» (M. Fuss).
Il libro si legge come una grande avventura dello spirito, in cui il giovane Siddhattha, presa visione del dolore e dell'impermanenza di cui è intessuta la vita del mondo, si mette totalmente alla ricerca di una via di salvezza e, dopo averla trovata, divenuto ormai il Buddha, l'Illuminato, si dedica per quarantacinque anni alla diffusione del suo messaggio (dhamma), spinto dalla compassione verso tutti gli esseri senzienti.
Gianpietro Sono Fazion è studioso di buddhismo e praticante di zen. Ha curato la trascrizione di mantra indiani e soggiornato in templi buddhisti cinesi. Ha all'attivo composizioni musicali ispirate allo zen e collabora a pubblicazioni di studi buddhisti. Nel 1990 ha pubblicato per questa stessa collana Viaggio nel buddhismo zen.
È membro della direzione della Fondazione Maitreya.