Il buddhismo è una religione, una filosofia di vita, una filosofia religiosa o qualcos’altro ancora? La risposta è complessa: molti studiosi hanno analizzato il problema da vari punti di vista e sono arrivati a conclusioni spesso in contrasto fra loro. Se a “religione” attribuiamo il significato di “legarsi” (dal latino “religo”) a un Dio trascendente, allora senz’altro il buddhismo non è una religione. Il Buddha, infatti, non è una divinità, e l’azione spirituale del buddhista è volta a manifestare il potenziale “illuminato” presente dentro la sua esistenza. Se al termine “religione” diamo invece un senso più ampio, intendendolo come tensione dell’essere umano verso l’assoluto che è in lui, allora anche il buddhismo rientra in questa categoria. Superando tutte le definizioni, si potrebbe dire che il buddhismo è soprattutto una via spirituale, un’esperienza mistica nella quale l’essere umano realizza se stesso “da solo”, con le sue forze e senza alcun aiuto esterno. Questo percorso è caratterizzato dalla “benevolenza”, cioè da un interesse attivo per gli altri, per l’ambiente e per la società, dal sentirsi parte di un legame profondo e inscindibile che unisce tra loro tutti gli esseri viventi e l’universo.
Comunque sia, oggi il buddhismo è considerato una delle grandi religioni universali e, in tutto il mondo, circa cinquecento milioni di persone dichiarano di appartenervi.