“Così ho udito”: questa locuzione, che ritorna spesso nel Dhammapada”, cala il messaggio illuminato di Buddha nella finitezza e nell’imperfezione umana, proponendone una testimonianza scrupolosamente fedele, ma limitata a ciò che la mente è in grado di ricevere e di capire. Non si tratta d’altra parte di racconti elaborati o di approfondimenti dottrinari, ma di una serie di affermazioni penetranti e di esortazioni lapidarie, di immagini e di metafore poetiche. Così il lettore, a poco a poco, diventa egli stesso uditori, vive la sensazione che Buddha gli parli direttamente e personalmente lo chiami al “risveglio”: perché lo spazio della mente possa sgomberarsi dall’illusione e dilatarsi, perché vi possa maturare la consapevolezza dell’eterno “essere così” delle cose.